giovedì 6 febbraio 2014

Perché proprio Pietro Pacciani (3)


Qui la questione si fa più complessa.
Giuttari si dedica alla riesumazione degli atti degli anni Ottanta ed alla ricerca dei possibili complici di Pacciani, che nella sua ottica possono solo essere i suoi compagni di bisboccia, o, come diverrà proverbiale, “di merende”. Vengono inquadrati il postino Vanni e il senzacasa Lotti, che a sua volta è (era all’epoca) grande amico dell’oligofrenico Pucci . Posto sotto controllo il telefono del bar, si individuano la prostituta alcolizzata Ghiribelli e il suo pappone. In maniera rocambolesca e del tutto priva di logica, ne esce fuori che la Ghiribelli ha visto la macchina del Lotti che insieme al Pucci ha visto Pacciani e Vanni uccidere la coppia francese a Scopeti nel 1985. Nel frattempo si celebra il processo di appello a Pacciani e questa volta, non si capisce bene perché, tutti si aspettano come inevitabile che venga assolto per assoluta mancanza di indizi (come dire: vabbè ragazzi, la prima volta stavamo scherzando). Il che avviene, ma la Procura il giorno prima presenta i nuovi testimoni mascherandoli sotto lettere dell’alfabeto greco; il che a sua volta causa la loro non ammissione al processo (anzi Vanni viene anche arrestato). La giustizia schizofrenica con una mano proclama Pacciani innocente, con l’altra mette in galera il suo presunto complice. Le cose vanno avanti e Lotti e Pucci cantano come canarini, ancorché spesso stonati. Lotti si autoaccusa e ancora oggi nessuno ha capito bene perché, visto che poteva limitarsi a dire di essersi fermato lì a fare pipì, come da prima versione. Il risultato è che viene indagato, ma usufruisce della protezione riservata ai “collaboratori di giustizia”, vitto, alloggio e stipendio. La Cassazione annulla il processo di appello Pacciani a causa del rifiuto di sentire i “testimoni algebrici”, cosa di cui il giudice Ferri si pentirà per sempre. I procedimenti vengono mantenuti separati, così teoricamente in uno Pacciani potrà essere assolto e nell’altro i suoi complici condannati (o viceversa). Si addiviene al processo ai Compagni di Merende (Vanni e Lotti, cui si è aggiunto un certo Faggi i cui reali rapporti con Pacciani non saranno mai appurati) dal maggio 97 al marzo 98, mentre Pacciani muore per conto suo prima di subire un nuovo processo. La procura sceglie di esercitare l’azione penale solo per gli ultimi cinque omicidi, quelli di cui Lotti dice di sapere qualcosa; scelta legittima, ma che costituisce una sconfitta dal punto di vista investigativo: due duplici delitti (settembre 74 e giugno 81) non conosceranno mai una verità giudiziaria - ma anche per gli altri non siamo così sicuri.

(continua)

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