mercoledì 14 maggio 2014

Delle testimonianze (3)

Traggo ancora da "Psicologia della testimonianza" (Giuliana Mazzoni per Carocci, 2011). Inserire elementi non precedentemente menzionati in una domanda produce importanti modifiche nella risposta e nel resoconto di un testimone e può comportare memorie inventate in maniera anche irreversibile. A distanza di tempo i contenuti non autentici vengono citati come parte reale degli avvenimenti a cui i testimoni hanno assistito. Questo fenomeno è particolarmente importante nei bambini, che sono più vulnerabili rispetto a domande inducenti.

Molti lavori dimostrano come sia possibile anche creare ricordi completamente falsi, ossia indurre persone a "ricordare fatti" mai realmente avvenuti. Il falso ricordo viene creato attraverso un atto di immaginazione indotta, falsi commenti di familiari, visioni di foto, parole di esperti. Alcuni partecipanti agli esperimenti hanno "ricordato" di aver volato in mongolfiera, di essere stati abbandonati dai genitori, di essere stati picchiati, di essere stati morsi da un cane ecc.; tutte cose in realtà mai accadute.

Bambini relativamente piccoli sono propensi a costruire resoconti e ad inventare, se vengono spinti a farlo (confabulazione forzata). I bambini di solito inizialmente resistono a tali richieste restando muti, mettendo in atto comportamenti di evitamento (spostano l'attenzione su altro, parlano d'altro, iniziano a giocare) oppure inizialmente negano, affermano di non sapere o che il fatto di cui viene chiesto non è vero o inventato; ma alle ulteriori insistenze di un adulto la stragrande maggioranza dei bambini cede e confabula. In uno studio del 2004, il 96% dei bambini richiesti di riferire il contenuto di un film ha inventato e raccontato quasi immediatamente una serie di avvenimenti che nel film non erano presentati; intervistati nuovamente dopo due settimane, ricordavano come parte del film il prodotto della loro confabulazione.

E' appena il caso di ricordare che a due tra i testimoni chiave del caso del Mostro di Firenze fu diagnosticato un ritardo mentale di grado medio e/o grave (anche facendo la tara, nel secondo caso, su diagnosi che potrebbero essere state compiacenti per favorire l'assegnazione di una pensione di invalidità al soggetto in questione).

Nessun commento:

Posta un commento

Il tuo messaggio apparirà dopo essere stato approvato dal moderatore.