mercoledì 21 maggio 2014

Delle testimonianze (6)

Concludo questa serie tornando sulla testimonianza di Gabriella Ghiribelli, testimone Gamma. Accertato che la data 1986 come inizio della conoscenza Ghiribelli Lotti non è un errore materiale nella consulenza Lagazzi/ Fornari, ma deriva direttamente dal testo dell'interrogatorio del 27 dicembre 1995, occorre cercare di spiegare questo dato, in quanto in palese contrasto con quanto emerso dal confronto Lotti/Pucci del 11 febbraio 1996 (dalla Sentenza di Appello, pag. 154: … i due si ricordano reciprocamente di essersi recati quella sera dalla Gabriella Ghiribelli…). 

Si possono formulare diverse ipotesi:
1. E' un errore materiale nel verbale di interrogatorio, la Ghiribelli disse una data antecedente.
2. La Ghiribelli ricorda male, l'amicizia iniziò in data antecedente.
3. La Ghiribelli mente; in questo momento storico non ha ancora deciso di contribuire anima e corpo ar pasticciaccio brutto e assume un atteggiamento prudente; meglio dire di essere entrata nel gruppo dei Compagni di Merende che sta spuntando all'orizzonte solo dopo la conclusione della serie omicidiaria.
4. La Ghiribelli dice la verità, con questo sconfessando in anticipo le future dichiarazioni di Lotti e Pucci di aver passato da lei il pomeriggio della domenica (vedi sopra).

Personalmente preferisco l'ipotesi 4: sia perché sgombra il campo da una di quelle coincidenze forzate che mi insospettiscono sempre (il doppio incontro con la Ghiribelli,  prima a Firenze nel pomeriggio e poi a San Casciano a mezzanotte), sia perché la cosa sembrerebbe confermata dalla constatazione, già citata, della Ghiribelli di aver conosciuto il Lotti quando lui aveva un'auto celestina (che sarebbe in tal caso la 124 con la quale il Lotti sostituì – in data mai realmente accertata - il 128 coupé ormai inutilizzabile).

Volendo ammettere come autentica l'ipotesi 4 avremmo dunque il riconoscimento di un'auto mai materialmente vista dalla teste – in quanto già rottamata quando i due iniziarono a frequentarsi – basato sulla somiglianza – portiera scolorita – con l'auto posseduta dal Lotti nel 1995 (!) e attribuita ad un individuo all'epoca non ancora conosciuto.

Altro che trappole della memoria: sembrerebbe un caso di scuola per le ricerche della prof.ssa Giuliana Mazzoni…
Sulle implicazioni derivanti dalla possibile inesistenza della visita alla Ghiribelli da parte del duo Lotti / Pucci quella domenica pomeriggio non mi soffermo, perché comunque non ci credevo neanche prima.


 

8 commenti:

  1. as always: complimenti , Omar.

    interrogatorio del 27 dicembre 1995... è disponibile da qualche parte? io ho googhelato su insufdiprov, ma per quella data non mi dà risultati ;(



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  2. purtroppo no, ma il dato mi è stato confermato da chi lo ha letto. c'erano degli stralci sul vecchio sito tenuto da Master
    http://i-compagni-di-merende.blogspot.it/2009/12/istruttoria.html
    ma non questo specifico passaggio, in cui, se ti fidi, la G. dice di aver iniziato a frequentare Lotti nel 1986 e di non aver mai visto la sua auto fino a pochi mesi prima (ossia 1995). Mi è sufficiente per convincermi che non si tratta di un errore di scrittura. Mi auguro che presto questi atti - o quanto meno il loro contenuto - vengano resi disponibili a chi intende studiarli seriamente, preferibilmente in una pubblicazione.

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  3. ovvio che mi fido. dont worry.
    non mettevo in dubbio quello, ma quando sento citato un dato documento che io non ho letto, muoio dalla voglia di leggerlo, non tanto per confutare ma per vedere se dentro c'è altro che può essere sfuggito o "interpretato" su un'altra linea di ipotesi.

    Sarebbe veramente ora che venisse organizzato un repository pubblico con registrazione di accesso, che so, su dropbox o su scribd, con tutti i documenti disponibili.
    è una pena che "alcuni X" di persone abbiano accesso a dati che non condividono con gli altri.
    non finirò mai di lamentarmi di questo aspetto "elitario"

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  4. fondamentalmente concordo con te; è facile osservare che la conoscenza è potere.
    tuttavia, considerato che non esiste alcuna regola o principio che obblighi chi detiene documenti giudiziari a renderli pubblici (al contrario, potrebbero esserci dei rischi nel farlo) vorrei rovesciare la prospettiva e ringraziare quanti nel corso degli anni hanno messo a disposizione degli appassionati, in vario modo, materiale inerente il caso; senza la lettura del quale saremmo ancora - tu io e tutti gli altri - a credere acriticamente alle panzane diffuse da (omissis) e (omissis). :-)

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  5. devo ammetterlo: ho espresso il mio pensiero in una forma errata.
    diciamo che un mix tra le due posizione è le miglior cosa.

    domanda:
    ma quando un processo è terminato completamente (terzo grado, cassazione etc) ma poi è ancora vietatto distribuire documenti che sono "pubblici" perchè in possesso delle accuse e delle difese?

    io ho sempre pensato che post sentenza definitiva, tale materiale non fosse più coperto da alcun tipo di segreto processuale.
    ma se così non è (ma perchè?) allora manco il mix è giusto e invece hai pienamente ragione tu e quindi ne approfitto per delle scuse pubbliche

    HzT

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  6. credo che a questa domanda debba rispondere un bravo avvocato. mi risulta che la norma di riferimento si trovi nell'art. 114 del CPP. per alcuni delitti come sappiamo non si è arrivati a sentenza definitiva.
    tieni anche conto che vi sono anche profili civilistici; potrebbe non avere rilevanza penale, ad esempio, diffondere il cd "Rapporto Torrisi", ma - anche in assenza dell'indagato - un parente ed erede potrebbe sentirsi diffamato.
    In sostanza, ovvio che vorrei avere più documentazione sotto mano, magari anche tutta .-) ma alla fine preferisco vedere il bicchiere mezzo pieno.

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  7. Anch'io sarei molto interessato al verbale del 27/12/1995. Forse è allegato agli atti del processo di appello dei CdM. Sono interessato soprattutto per un passaggio citato nel vecchio sito di Master cioè quando la Ghiribelli fa mettere a verbale:

    "Non mi intendo tanto di macchine pero' posso dire che l'auto da me vista, ripeto, era ferma in prospettiva proprio in corrispondenza della tenda, tanto da coprirla per circa tre quarti. Era del tipo sportivo e presentava la coda tronca. Aveva le luci spente e si trovava a cavallo tra una banchina erbosa e l'asfalto, e con il muso verso san casciano""

    L'immagine evocata della Ghiribelli è quella che chiunque si costruirebbe nella testa usando le parole "piazzola", "tenda", "bordo strada", "auto ferma", "buio".

    Quello che emerge è quindi un racconto basato su un'"immagine mentale" generica, ma nello specifico completamente falsa. Parlando di psicologia della testimonianza questo è il tipico esempio di supporto mnestico a un evento al quale non si è assistito, ovvero riportato "de relato" oppure addirittura ricostruito in base a una forma di imprinting non necessariamente malizioso.

    L'immagine che la G ha nella testa è quella di una "piazzola" a bordo strada con una tenda montata su di essa e un'auto che, se si proviene da Firenze, stando "in corrispondenza"della tenda la copre "in prospettiva" per "tre quarti". L'immagine è quella di un'auto ferma a una distanza dell'ordine di pochissimi meri dalla tenda in una scena che viene complessivamente illuminata dai fari dell'auto su cui viaggia la G. E' evidente che il contrasto con la realtà è stridente. Per quanti voli pindarici e giustificazioni lessicali si cerchi di fare, questa immagine non è riconducibile alla scena del crimine che invece è tutt'altra cosa nella realtà.

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    1. il verbale che ti (ci) interessa, verrà pubblicato a breve da Antonio Segnini, almeno così ha promesso.
      Ti anticipo un passaggio:
      "A questo punto, al fine di poter localizzare in termini più puntuali, la posizione della macchina vista dalla GHIRIBELLI agli Scopetí, viene mostrata alla predetta una foto a colori, scattata dall'alto e riproducente il luogo del delitto degli Scopeti con la zona immediatamente circostante.
      La GHIRIBELLI dichiara:
      "Riconosco perfettamente il posto riprodotto in tale foto che mi è stata esibita. Sì tratta effettivamente del luogo in cui si è verificato il duplice omicidío. Ricordo benissimo di aver notato tre- quattro giorni prima del delitto, durante i mieì transiti da quei luoghi per recarmi a Firenze o tornare a casa, la tenda deì due turisti, che si trovava nello spìazzo all'incìrca dì fronte alla macchina che si vede nella foto e precisamente nella parte dello spiazzo più scuro. Devo far presente che all'epoca rispetto alla vegetazione che è presente nella foto, ve ne era meno e pertanto, transitando dalla strada, era possibile poter notare la tenda.
      L'auto ferma da me vista, guardando la foto, si trovava sulla strada proprio in corrispondenza della parte più scura dello spiazzo."

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