martedì 30 dicembre 2014

La verità giudiziaria


 
Giova ripeterlo ancora una volta: la verità giudiziaria sul caso del Mostro di Firenze si fonda interamente sulla valenza della confessione quale prova regina. In mancanza di qualsiasi riferimento concreto, valgono i racconti nebulosi e contraddittori di Giancarlo Lotti. Senza il Lotti tutto crolla: Pacciani rimane assolto in appello, Vanni un innocuo pensionato, i compagni di merende tornano ad essere mera e folcloristica definizione giornalistica. 

Perché, altrimenti, i delitti del 1974 e giungo 1981 non entrano nei processi? Perché di essi Lotti nulla sa o vuol dire. Perché Vanni viene assolto per Calenzano? Perché in quel caso Lotti è testimone solo de relato. Sarà un caso che si giunge a sentenza di condanna solo per quei delitti dei quali Lotti si autoaccusa? 

Piaccia o non piaccia, la forza di una confessione può essere sconfitta solo da una prova – tangibile, reale – contraria. Ad esempio, che nel settembre 1985 la 128 rossa fosse già stata rottamata…

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