sabato 3 gennaio 2015

Date e orari



E' possibile narrando un fatto accaduto parecchi anni prima sbagliare in buona fede orario o addirittura giorno della settimana? E' del tutto possibile, quando manchino altri agganci mnemonici che permettano un riferimento preciso ad altri eventi la cui data è certa. Anche la storia dei processi al Mostro di Firenze è zeppa di défaillances di questo genere. Ad esempio, Lorenzo Allegranti, già nel 1984, nel presentarsi ai carabinieri di Rimini per rilasciare dichiarazioni a verbale, non è sicuro se il delitto di Baccaiano sia avvenuto nel 1981 o 1982; eppure si tratta di un'esperienza per lui importante e relativamente fresca, sono trascorsi soltanto due anni. Quello che ci permette di ricordare più precisamente una datazione è un riscontro esterno con una data altrimenti conosciuta (es: erano in corso i mondiali di calcio; era il giorno del mio compleanno, andavo al lavoro sempre alla stessa ora ecc.). Nel 2012 mi è stata sostituita una valvola cardiaca; sono certo che fosse il 7 marzo perché il giorno dopo, in terapia intensiva, sentivo le infermiere dire che era l'8 marzo, festa della donna (in realtà, quindi, non ricordo la data in sé, la deduco da un riferimento esterno); non ricordo, ovviamente, quale giorno della settimana fosse, ma sarei in grado di appurarlo facilmente cercandolo su un calendario del 2012. Esperienze come questa appartengono alla vita di tutti i giorni e ritengo siano condivise da molti. A un livello più alto, fino almeno a XVIII secolo storici e memorialisti, quando non hanno a disposizione fonti scritte, scrivono spesso "a memoria" e confondono volentieri date e periodi, a volte in buona fede, a volte per corroborare un proprio ragionamento.

Ammettiamo, per assurdo, che Giancarlo Lotti abbia effettivamente partecipato o sia stato presente al delitto degli Scopeti, in una qualsiasi delle modalità da lui in successione descritte. Può non ricordarsi quale fosse il giorno della settimana, se venerdì, sabato o domenica? Indubbiamente sì, anche se l'assistere o partecipare direttamente a un duplice omicidio non è un evento insignificante nella vita di una persona. Può adeguarsi alla vulgata accettata dagli inquirenti sulla base delle testimonianze e della perizia Maurri e dire, non ricordando bene, che il delitto è avvenuto di domenica? Indubbiamente sì. Inoltre, se il Lotti ha a disposizione un giornale, non solo dell'epoca del fatto, ma anche del 1994 (quando si svolse il processo Pacciani e i delitti vennero più volte rievocati dalla stampa), non può avere dubbi che il delitto ebbe luogo di domenica, poiché tutti lo dicono e lui non ha alcun motivo di ricordare un giorno diverso.

Dov'è allora il nocciolo del problema? A mio parere, nel riscontro esterno che Lotti -e Pucci – adducono proprio a giustificazione della ricostruzione mnemonica: tutte le domeniche o quasi si andava a prostitute a Firenze. Non si andava di venerdì o di sabato, ma solo e sempre di domenica; onde per cui, se si è assistito al delitto mentre si tornava a San Casciano dopo essere stati dalla Gabriella, il delitto può solo essere avvenuto la domenica. E' qui che probabilmente non si può più parlare di cattivo ricordo, ma bisogna parlare di falsità. E' qui, in altre parole, che casca l'asino Lotti, almeno per quelli che ritengono, sulla base delle considerazioni ben note già egregiamente svolte da altri (Adriani-Cappelletti-Maugeri), che il delitto non può materialmente risalire alla domenica.

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