venerdì 23 ottobre 2015

Mosche a Scopeti (2)




Ammettiamo dunque, poiché a questo punto i dati investigativi, tanatologici ed entomologici sembrano coincidere, che il duplice omicidio di Scopeti sia avvenuto con buona probabilità il venerdì 6 anziché la domenica 8 come da racconto dei testi Alfa e Beta corroborato da riscontro di Gamma e Delta. D’altra parte, a rafforzare la versione ufficiale, non vi sarebbero solo i “testimoni algebrici”; in una recente trasmissione televisiva (L’Apriscatole, su Italia 7) l’avv. Bertini, già legale di Giancarlo Lotti, ha parlato, forse ottimisticamente, di dodici testimoni che avrebbero visto gli autori del delitto sul luogo (o, immaginiamo, nelle vicinanze) la sera della domenica.

Chi ha una certa dimestichezza sul caso, avendo ad esempio letto il testo di Adriani – Cappelletti – Maugeri dedicato al delitto o le trascrizioni delle udienze pubblicate su “Insufficienza di prove”, sa già qual è il peso reale di questi testi e di questi riscontri esterni, per cui è abbastanza inutile ripetere cose già dette e ridette.

Come si giunse a una datazione che, alla luce delle consulenze entomologiche del 2003 e del 2015 sarebbe sbagliata addirittura di due giorni? Non certo per incastrare Pacciani, il cui nome era ancora di là da venire; e neppure, ritengo io, per procurare un alibi al medico di Perugia che, da sabato 7, pur tenendo conto dei fusi orari, si trovava negli USA. In realtà, i dubbi che aleggiavano sui membri dell’equipe di medicina legale fiorentina dell’epoca non sembrano aver sfiorato l’attore principale, il Dott. Mauro Maurri, che già nel tardo pomeriggio del martedì, ad autopsia della vittima maschile non ancora effettuata, si pronunciava “senza dubbio” per un delitto avvenuto la notte della domenica (La Città, 11 settembre 1985). Da cosa il Prof. Maurri traesse tale certezza non è in realtà dato sapere, anche perché, a giudicare dalla trascrizione parziale della perizia apparsa in rete, il dato fondante sembra la mancanza, sul corpo di Jean Michel, di segni di intervento della piccola fauna cadaverica, intesa non come larve di ditteri, che ci sono ( e in perizia vengono prima confermate e poi negate, con evidente errore logico), ma di topi e formiche: il che sembra un elemento assai debole per una valutazione tanatocronologica. Anche l’idea - malevola ma non tanto astrusa – che il perito si sia inchinato al peso delle testimonianze, le quali asserivano di aver visto in vita le vittime la mattina della domenica, risulta in realtà infondata: infatti, i testi Borsi e Bonciani vennero verbalizzati il giorno 12, due giorni dopo l’acquisita certezza del perito in merito alla data del delitto; sicché si può pensare semmai, al massimo, ad una conferma ad abundantiam di un’ipotesi diagnostica già formulata. Sembra dunque semplicemente trattarsi di un pre-giudizio: la credenza nel fatto che, data la scoperta di un omicidio ad opera del cd Mostro di Firenze in un dato giorno, il delitto dovesse risalire per forza di cose al giorno immediatamente precedente, come era di fatto avvenuto in tutti i casi fin allora verificatisi, compreso il delitto di Giogoli, in cui le vittime si trovavano all’interno di un pulmino. La notevole frequentazione, diurna e notturna, della piazzola degli Scopeti può, infine, aver fatto pensare che i corpi non potevano aver stazionato lì per due giorni senza venire avvistati; senza però tener conto che i cadaveri erano parzialmente occultati e non immediatamente visibili. Neppure è da trascurare l’ipotesi che qualcuno abbia veramente visto i corpi, ma si sia ben guardato dall’avvisare le Forze dell’Ordine: l’incertezza tra apertura / chiusura della tenda può dare adito a qualche illazione.

Ciò detto, e riconosciuto ormai che sfortunatamente il Dott. Maurri sbagliò di almeno un giorno e probabilmente di due nello stabilire la data del delitto, si può provare a vedere come e in quale misura l’errata datazione influenzò le indagini successive. Il rapporto preliminare del Nucleo operativo dei Carabinieri datato 14 settembre, quindi solo cinque giorni dalla scoperta del delitto, fa chiaro che le persone interrogate (che sono, ovviamente, quelle indagate o segnalate in relazione ai casi precedenti) furono chiamate a rispondere prevalentemente dei propri movimenti nel pomeriggio sera di domenica e che le verifiche, con un’unica eccezione, della quale si dirà in seguito, furono abbastanza blande. E’ probabile che la medesima attenzione concentrata sulla domenica si sia avuta in tutti gli altri casi di escussione di possibili sospetti o persone informate sui fatti dei quali non vi è documentazione disponibile.

L’eccezione, ma anch’essa parziale, riguarda Salvatore Vinci.

(Continua)

4 commenti:

  1. A quel tempo la caccia al mostro era una priorità per la macchina investigativa e giudiziaria, coppie civetta, pattugliamenti, posti di blocco. Come avrebbero potuto giustificare all'opinione pubblica, che nonostante ciò, per ben 2 giorni nessuno si era reso conto che c'era stato un delitto?.Rimango della mia idea, non potevano permetterselo, la popolazione non si sarebbe sentita "protetta" e non sarebbe stata in silenzio, credo. Penso che questo abbia giocato un ruolo sulla determinazione della data tra l'8 e il 9, non vedo quale altra spiegazione possa esserci se non la pressione della'opinione pubblica e perché convinti che prima o poi lo avrebbero preso. Invece hanno ottenuto l'esatto opposto, affossando qualsiasi possibilità di catturare l'assassino e creando le basi per l'epilogo giudiziario oramai tristemente noto.

    RispondiElimina
  2. Anche questa è una possibilità; avrebbero però potuto pompare un po' il fatto che i cadaveri erano stati nascosti ed evitare o ridurre la figuraccia.
    come ho scritto altrove, sono abbastanza convinto che la storia non sarebbe cambiata più di tanto, qualche testimone l'avrebbero trovato comunque; anzi, è facile che gli stessi che passarono di lì la domenica sera sarebbero passati anche il sabato, il venerdì e in ogni sera fosse necessario.

    RispondiElimina
  3. Concordo con Renata , purtroppo allora temevano il clamore popolare che avrebbe suscitato il ritrovamento dei cadaveri 2 giorni dopo il delitto , ora mi domando il perché di questo silenzio totale da parte delle tv di regime , perché non ci offrono un bel confronto tra Paolo Cochi e Giuttari a porta a porta o a Matrix ? A Quarto grado che contano quanti peli ha sul sedere Bossetti , zio Michele xé non ne parlano? Chi la visto , la Barbara D' Urso ecc ... Ho scritto sia a quarto grado che alla rivista giallo ovviamente nessuna risposta... forse si vuole evitare l ' ennesima figura della ciquita repubblik?

    RispondiElimina
  4. Come faceva notare un commentatore in un post successivo, l'assenza di approvvigionamento idrico, fa escludere un lungo soggiorno in piazzola. Non solo per l'impossibilità di lavarsi, come nota il commentatore. Ma anche per bere. Se il soggiorno fosse durato più giorni, si sarebbero certamente trovate delle provviste. Almeno per uno spuntino. Biscotti ecc. E certamente, rifiuti riconducibili alle vittime. Anche rifiuti biologici nei dintorni, come è normale. Come mai i corpi non furono scoperti? La maggior parte delle persone, se vexe una tenda, non ci guarda dentro. Ma amzi tende ad allontanarsi dalla zona. Perchè vede quella zona occupata da altre persone ignote. Di cui non conosci la reazione. Certamente non entri nella tenda chiusa. Bisogna considerare che ragioniamo sapendo del delitto. Ma anche con una tenda aperta, e cadaveri all'interno, questo può non essere riconoscouto da un osservatore ignaro. E invece essere percepito in modo quasi subconscio, come un luogo sinistro... tenda in disordine, macchie che sembrano di sporco, cattivo odore. Tutte cose che spingono il 90% della gente a desistere da ulteriori indagini. Anche se poi potrebbero testimkniare. Ma anche no, per non avere seccature. A maggior ragione, qualcuno potrebbe avere visto i corpi, ed averevtaciuto. Per non essere coinvolto in un processo. Cosa mai piacevole, e spesso costosa.

    RispondiElimina

Il tuo messaggio apparirà dopo essere stato approvato dal moderatore.